Le mappe costituiscono un processo di negoziazione creativa

La creazione di una mappa non è una scienza oggettiva, ma uno sforzo realistico che aspira ad un certo modo di ritenere la realtà. La mappa non è lo specchio della realtà, ma una questione di punti di vista. La cartografia si impone come strumento in grado di mostrare i flussi e le relazioni di oggetti, informazioni, individui.

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Censimento Twitter: turisti cinesi e tedeschi in Italia nel settembre 2013. da CollectiveSensing.org

La costruzione di una Mappa Mentale

La cartografia viene utilizzata anche come elemento decorativo. Il disegno non corrisponde più al suo modello naturale. Viene trasformata in una sorta di onomatopea grafica della realtà.

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       Schema della metropolitana di Londra

La mappa non è il territorio

La mappa che abbiamo nella testa ha zone deformate dall’emozione. La mappa mentale non si sovrappone più, perfettamente, al territorio reale, perché c’è stata una ridefinizione emotiva. La mappa è un operatore simbolico, interfaccia tra realtà e società / individuo. Forme espressive differenti contribuiscono alla costruzione della propria mappa “esperienziale” o “emozionale” . La cartografia rappresenta una piattaforma su cui fissare luoghi ed emozioni.

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                  Kaffe di Erik Johansson

Le nuove tecnologie

“GIS, internet, reti wireless, PDA e dispositivi mobili palmari hanno portato grandi cambiamenti nel mondo della informazione e comunicazione. In questo nuovo panorama tecnologico la struttura concettuale della cartografia tradizionale va rimeditata.”

From map to mapping

“Questa enunciazione sottolinea la centralità dell’utente nel processo di comunicazione, che è bi-direzionale, in tempo reale e da relazionarsi a uno specifico contesto spaziale e situazione d’uso. Bi-direzionale vuol dire che l’utente non è più solo destinatario del messaggio, ma creatore della propria immagine cartografica, in un processo interattivo in cui costruisce ed organizza le varie forme di rappresentazione in funzione delle proprie necessità e abilità.”

(Alberta Bianchin – IUAV Venezia)

 

 

E’ cambiato il paradigma

Non cerchiamo più dove siamo in mappa, ma “comunichiamo” alla mappa dove ci troviamo. Costruiamo la nostra “mappa emozionale” al fine di condividerla con i componenti del gruppo a cui apparteniamo.