La proiezione di Gall-Peters

Come è noto ed evidente dall’esperienza di tutti noi, voler trasferire la forma sferica su una tavola piana comporta alcune difficoltà di carattere pratico.  Il disegno che risulta da questa operazione riporta inevitabilmente un certo numero di deformazioni, dovute all’uso a cui la proiezione dovrà servire.

La trasposizione della figura sferica in tre dimensioni verso un disegno sul piano in due dimensioni si chiama Proiezione.  Ne sono state inventate a decine, forse a centinaia, tutte con la loro validità legata all’uso per cui sono state prodotte.

La prima proiezione della storia la dobbiamo a Tolomeo, costruita nel secondo secolo dopo Cristo.  Quella più famosa è sicuramente la proiezione di Mercatore del 1569, alla quale ancora oggi si fa riferimento, almeno nel contesto degli studi geografici.  In questi 1300 anni poco si sapeva del contenuto della nostra Terra, solo se si pensa che la scoperta dell’America (creduta l’Asia) è del 1492 e la completa circumnavigazione del Globo venne compiuta nel 1519.

Cosa era possibile disegnare della Terra conosciuta (l’ecumene) in quei 1300 anni?  I viaggi di mercanti, soldati ed avventurieri, la maggior parte in nave, avevano svelato poco più dell’area attorno al Mediterraneo, coincidente con l’attuale Europa, parte del Nord Africa a settentrione dei deserti, una fetta dell’oriente fino alla Cina.  Con la sempre maggiore conoscenza del nostro pianeta si aggiungevano nuove terre, ampliando il disegno, ma mantenendolo sostanzialmente focalizzato sul Mediterraneo, luogo d’origine delle prime proiezioni, nonché delle civiltà che si imposero con maggiore forza lungo la Storia.

La proiezione di Mercatore si affermò nella seconda metà del 1500 per via del fatto che venne studiata per aiutare i naviganti nella scelta della rotta da tenere con l’ausilio della bussola.  Creando una griglia di meridiani e paralleli intersecantisi in modo perpendicolare, si offriva l’opportunità di avere una perfetta coincidenza tra azimut sulla carta ed azimut reale.  Osservando la proiezione ci si rende subito conto che più ci si allontana dall’equatore in direzione dei due poli, maggiore è la deformazione delle terre rappresentate, che assumono un aspetto ingigantito rispetto alla realtà.




Arno Peters (1916 – 2002) nacque e visse in Germania.  Fu uno storico che si interessò all’equità economica, politica e sociale delle popolazioni mondiali.  Giunse alla pubblicazione della sua carta, ora denominata di Gall-Peters, nel 1973.  

L’osservazione delle mappe rappresentanti le diverse proiezioni lo convinse che il mondo fosse stato osservato e rappresentato in modo non corretto verso le regioni periferiche rispetto  all’Europa.  In particolare rivolse dure critiche nei confronti della proiezione di Mercatore, la più famosa ed anche quella con le maggiori analogie con la sua. 

Egli sosteneva che la rappresentazione delle regioni del cosiddetto terzo mondo non rendesse giustizia a queste popolazioni, accusando gli accademici della geografia di una visione neocolonialista. 

Si dedicò allo studio di una proiezione, che mutuò da un precedente studio dello scozzese James Gall del 1885, cercando di mettere in evidenza la proporzione tra i diversi territori, producendo così una carta di tipo equivalente, che egli dichiarò più “democratica”.

“Da cinquemila anni esistono le carte geografiche, e da tremila anni queste carte hanno contribuito a formare l’immagine che l’uomo ha del mondo. Scienziati, storici, papi, ricercatori, navigatori hanno disegnato delle carte, ma solo da 400 anni esiste il mestiere di cartografo. Come storico con interessi geografici ho studiato la storia della cartografia con particolare interesse. Mi resi conto della inadeguatezza delle carte terrestri esistenti che non favorivano, tra l’altro, la migliore soluzione che sempre sorge quando si trasporta la superficie terrestre su un foglio piano. La nuova carta, la mia carta, rappresenta in modo egualitario tutti i paesi della Terra…” (A. Peters)

Anche la carta di Peters raccoglie forti deformazioni, soprattutto la dove quella di Mercatore evidenzia le sue, ma in modo contrario.  La ricerca della proporzione tra le superfici fa in modo che le forme reali delle terre sia alquanto strana, ma le proporzioni restano confrontabili tra di loro.  

Peters pubblicò anche le ragioni delle sue critiche, assieme ad alcune soluzioni che avrebbero reso la visione del mondo, attraverso la sua carta, innovativa.

La consapevolezza che nessuna proiezione può avere la pretesa di essere la più giusta avrebbe dovuto consigliare Peters ad un atteggiamento più prudente: infatti si attirò le critiche degli accademici, che non accettavano un atteggiamento così ideologico.

Il periodo storico immediatamente post ’68 e l’abilità nel marketing di Arno Peters, fecero in modo che la sua carta, dichiarata quale “strumento indispensabile per una corretta visione del mondo”, venisse accolta da numerosi sponsor quali l’ONU, l’UNICEF Italia, la Caritas italiana, nonché ampia parte del mondo scolastico, venendo diffusa in tutto il mondo in centinaia di migliaia di copie.

Benché non portasse nessun elemento di novità geografica, la proiezione di Gall-Peters si distinse per la capacità di portare la visione delle dinamiche sociali, proprie degli studi geografici, all’attenzione del mondo della cartografia classica, più propenso ad una visione tecnicistica che non sociale della materia.

La controversia sollevata da Peters con la pubblicazione della sua nuova carta, ha creato la consapevolezza che tutte le carte del mondo sono soggette al pregiudizio personale ed alla manipolazione politica.

Peters riteneva che la propria carta del mondo fosse l’unica che riuscisse a soddisfare criteri di obiettività scientifica.

In questo modo non si rese conto di cadere nella stessa logica che era al centro della sua critica.