In equilibrio con la natura: conoscenze per la prevenzione. La rappresentazione del territorio

Vi sono tre azioni che determinano il fine ultimo di ogni cartografia e che comportano la sfida che ogni cartografo persegue: misurare, rappresentare, comprendere il pianeta. 

Sono queste anche le azioni opportune per la corretta progettazione territoriale.

La cartografia è uno strumento di comunicazione trasversale a molte discipline; la nostra formazione professionale ci porta ad adottarla quale linguaggio comune ed è la base indispensabile per tutti i generi di progettazione.

Ogni intervento sul territorio viene descritto attraverso l’utilizzo di mappe alle più disparate scale, sia per esporre il progetto nuovo, sia per indicare lo stato di fatto.

Ma il territorio non è solamente ciò che è oggi.

Per comprendere gli atti di territorializzazione del passato è necessario studiare le dinamiche che lo hanno portato all’aspetto dei nostri giorni.

E’ questo un esercizio utile sia per ricostruire scenari paesistico-ambientali trascorsi, sia per osservare i processi susseguitisi nel tempo (e che continuano a definirsi).

Nel corso degli ultimi due decenni, lo studio del territorio attraverso l’utilizzo della cartografia antica ha specializzato nuove figure di geografi e cartografi storici.

Con l’aiuto di moderni strumenti quali i GIS (Sistemi Informativi Geografici), essi riescono a valorizzare le fonti storiche, fornendo valide indicazioni per la collaborazione interdisciplinare tra le diverse specializzazioni.

L’apporto di queste nuove professionalità è volto alla conoscenza di tutta una serie di dinamiche che possono essere di supporto all’analisi del territorio su cui si vuole indagare. La cartografia non è lo specchio della realtà: la interpreta in un certo modo.

Ieri come oggi subisce un inevitabile orientamento, che può derivare dall’autore, dal committente, od anche dallo scopo per cui è stata prodotta.

Il linguaggio della cartografia si è evoluto secondo le esigenze delle diverse epoche storiche. La capacità di leggere il territorio attraverso queste dinamiche è il campo d’azione dei nuovi geografi e cartografi storici.

Come esempio applicativo, le immagini sono riferite all’evoluzione negli ultimi 230 anni del corso del Fiume Adige nei dintorni di Trento.

La rettifica dell’alveo del Fiume Adige coagulava più di un interesse: il controllo delle esondazioni periodiche, il reperimento di terreni per l’agricoltura, il risparmio di numerosi ponti a cavallo delle anse dell’Adige della nuova ferrovia Verona Brennero.

L’Adige da Trento verso sud si contorceva in ampie anse, favorite dalla presenza dei diversi conoidi di deiezione provocati dai torrenti affluenti: a Trento, Ravina, Mattarello, Aldeno.

Volendo trovare delle coincidenze di carattere geometrico sufficientemente comparabili tra le cartografie d’epoca e quelle moderne, ci siamo spinti indietro nel tempo fino a non oltre il 1700. 

IMG_6948

Atlas Tyrolensis di Anich e Hueber (edita nel 1774) è la prima carta che rappresenta il territorio tirolese realizzata con i metodi innovativi della triangolazione.

 

carta-Scotini-1777

Mappa iconografica del corso dell’Adige nei contorni di Trento e del Fersina nell’ultimo tronco del suo alveoCommissionata dal Magistrato consolare di Trento nel 1777 all’ingegnere Gian Bartolomeo Scotini, coadiuvato dall’agrimensore Antonio Garzetti, la mappa riporta l’indicazione di progetto dei tagli di rettifica al Fiume Adige che verranno poi realizzati dal 1850 al 1856 per il tratto compreso in carta. La mappa è curiosamente rappresentata sia in vista zenitale per quanto riguarda la Valle dell’Adige, che in prospettiva nello sfondo, indicante la Marzola. 

Carta-della-contea-del-Tirolo-1801-1805-tav135

 

Estratto della Carta della Contea del Tirolo del 1801-1805. Il disegno del rilievo è di tipo pittorico, le curve di livello non sono ancora state introdotte. L’andamento dell’Adige è quello pre-rettifica, solamente alla foce del Fersina vi è un cambiamento rispetto alla carta precedente.

 

Carta-del-corso-dell'Adige-Claricini-1847-circa-insieme

Del 1847 è la Carta del corso dell’Adige da Merano al confine lombardo-veneto, alla scala 1:28.800, eseguita da Leopoldo de Claricini Dornpacher, che evidenzia i tagli progettati ed uno già eseguito ad Ischia Perotti.

 

TESI_TANZARELLA-224

Questa carta del 1850 viene commissionata dalla Delegazione Fersinale di Trento, a corredo della relazione riguardante lavori di inalveazione di Adige, Fersina e Salè, all’ingegnere G. Steffanelli. In questa carta appare come già rettificata anche l’ansa a cospetto del paese di Romagnano. 

 

 

Gestione-del-territorio-1777-2007-5E’ rappresentata la città di Trento in quattro fogli, nella Mappa d’impianto del Libro fondiario, realizzata nel 1855 per il nuovo Catasto austriaco. Il taglio dell’Adige in località Centa, che priverà la città del suo fiume spostandolo lontano dal centro storico, è già delineato (probabilmente lo scavo è in atto) e mette in evidenza i due alvei.

La tabella indica le date degli interventi di rettifica, le località dove sono stati eseguiti e la differenza di lunghezza tra il vecchio ed il nuovo alveo.

 

Festung-Trient-1884-Lidorno1884, Carta della Fortezza di Trento alla scala 1:5.000. Il foglio riguarda il tratto tra Ravina e Romagnano. La rettifica dell’Adige si può considerare ormai ultimata, la costruzione della ferrovia è stata completata da Verona fino a Bolzano nel 1859 e fino al Brennero nel 1867. In evidenza le fortificazioni di Romagnano e San Rocco a difesa della Festung Trient.

 

 

 

 

Gestione-del-territorio-1777-2007-7Foto aerea di Trento del 20 marzo 1916. Si nota l’ansa di Centa ormai urbanizzata. Nel riquadro è evidente il corso dell’Adigetto, canale di raccolta delle acque che prima dell’intervento di taglio cadevano nell’Adige. Al giorno d’oggi l’Adigetto è stato completamente coperto nel tratto compreso nell’immagine.60140-aerea-1994

 

 

 

 

Foto aerea del “Volo Italia 1994”. Le antiche anse dell’Adige sono riconoscibili nella diversa tessitura delle coltivazioni che hanno preso il loro posto.

 

LIDAR-Trentino-25000-dsm-32006. modello tridimensionale da dati LIDAR telerilevati. L’immagine raccolta dalla macchina da presa non è più nella banda di frequenza del visibile, ma viene raccolta con una minore lunghezza d’onda nella banda dell’ultravioletto. L’immagine permette di riconoscere dettagli anche assai piccoli riguardanti sia la morfologia del terreno, che altri tipi di oggetto, come edifici, vegetazione e, se si ingrandisce il dettaglio, anche i veicoli in transito sulle strade.

Nell’immagine sono evidenti le antiche anse dell’Adige nonostante il loro interramento sia avvenuto 155 anni or sono.dsm001101

Due immagini a confronto. L’immagine LIDAR riporta in violetto il disegno dell’antico alveo dell’Adige (in tratteggio), ed in linea continua quello nuovo.

Il confronto con la carta del 1777 evidenzia come questa confermi con grande precisione i dati che possono essere riconosciuti nell’immagine LIDAR. Questo non è il solo dato che possiamo ricavare dall’immagine antica. Avendo avuto la conferma della sua precisione possiamo anche affidarci ad altre informazioni che questa mappa fornisce. Interessante potrebbe essere la ricostruzione delle colture presenti sul territorio, l’analisi degli edifici esistenti, la viabilità, le aree a quota più bassa (depresse), ecc.

carta-Scotini-1777-vs-2007